La Dr.ssa Panchal è dottoranda presso la Sezione di Immunologia Molecolare e Cellulare, Istituto Pediatrico, Great Ormond Street, Londra, Regno Unito, diretto dal Prof. Persis Amrolia. Il gruppo di ricerca studia le basi molecolari dei disturbi dell’immunodeficienza primaria e di altri disturbi ematopoietici correlati per migliorare le cure. L’articolo proposto per la competizione il Miglior Articolo Scientifico si intitola: “Transfer of gene-corrected T cells corrects humoral and cytotoxic defects in patients with X-linked lymphoproliferative disease”. Questo studio evidenzia come la terapia genica può curare la malattia linfoproliferativa legata al cromosoma X di tipo 1(XLP-1) e ristabilirne la funzionalità immunitaria. XLP1 è causata da mutazioni nel gene SH2D1A che codifica per la Proteina Associata a SLAM (SAP), una proteina adattatrice espressa solamente nelle cellule T, Natural Killer (NK) e NKT.
La Dr. ssa Panchal ha utilizzato un modello animale per XLP1 in cui si era già dimostrato che il trasferimento del gene SH2D1 funzionante in cellule progenitrici ematopoietiche “curava” l’animale. Quello che lei e in gruppo ha voluto valutare era se il trasferimento del gene corretto alle sole cellule T potesse offrire un’opzione terapeutica potenzialmente più sicura. Per questo motivo attraverso la costruzione di vettori retrovirali e lentivirali i ricercatori hanno dimostrato che trasferendo cellule T corrette con terapia genica in vitro in un animale malato di XLP1 si possono eliminare i difetti umorali e citotossici associati a XLP1; questo potrebbe rappresentare una terapia clinicamente applicabile per i pazienti con questa malattia proprio perché le anomalie immunitarie nei pazienti con XLP1 derivano principalmente da difetti nel compartimento delle cellule T. Sebbene sia difficile definire l’esatto livello di attecchimento richiesto, dai dati presentati si può supporre che una correzione del solo 15% possa ripristinare la funzione immunitaria. Presi nel contesto clinico, questi risultati sono incoraggianti perché suggeriscono che livelli bassi di attecchimento potrebbero essere sufficienti per correggere la malattia. Questo articolo supporta fortemente la traduzione clinica di un approccio di terapia genica a cellule T mediato da lentivirus per il trattamento di pazienti con XLP1 che mancano di un donatore adatto per trapianto di cellule staminali ematopoietiche allogeniche.
Articolo
Panchal N, Houghton B, Diez B, et al. Transfer of gene-corrected T cells corrects humoral and cytotoxic defects in patients with X-linked lymphoproliferative disease. J Allergy Clin Immunol. 2018;142(1):235–245.e6.